Studio Ortopedico

Microchirurgia ricostruttiva

Di cosa si tratta

Può accadere che un falegname, stanco per le molte ore di lavoro, si distragga e si ritrovi un dito reciso dalla sega circolare.
È il caso tipico in cui la microchirurgia consente il reimpianto del pezzo anatomico. Più il distacco è netto, minori sono le ore passate dal trauma, maggiore sarà la percentuale di successo. Il pezzo va conservato in una busta circondata da ghiaccio.

La tecnica si è affinata grazie all’impiego di fili di sutura sottili quanto un terzo di un capello umano e con una precisa frequenza tra le varie fasi del reimpianto.

Il microchirurgo deve mantenersi disponibile 24 ore su 24.

Il microscopio operatore permette una visione ingrandita fino a 40 volte ad una distanza di 30cm. Così da consentire di lavorare, dopo un lungo apprendistato e con gli opportuni delicati strumenti, sul pezzo e sul moncone.

Nel reimpianto la fase principale è sicuramente quella della ricostruzione delle strutture vascolari deputate alla nutrizione e sopravvivenza dell’arto e delle strutture nervose responsabili della funzionalità dei vari segmenti.

Per questo motivo la microchirurgia ricostruttiva è in questi ultimi anni fondamentale nel recupero finale di un arto dopo la lesione traumatica.


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